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Chiesa parrocchiale, Ss. Remigio, Grato e Maria Assunta


Descrizione

Nella parte alta del paese, sotto il cosiddetto castello Belvedere. Fu costruita nel sec. XVI su un precedente oratorio omonimo e consacrata in data 8/9/1534 da mons. Bernardino Castellaro [Niccolini 1877, p. 415]. Ulteriori lavori nel sec. XVII [Perin 2001, p. 191]. Dopo sostanziali rifacimenti progettati dal parroco don Tommaso Audisio [Niccolini 1877, p. 414], fu riconsacrata il 3/8/1823 [AD 1991, p. 227] da mons. Francesco Alciati. Campanile del 1840, disegnato dall’Audisio, col motivo eminentemente barocco del cornicione spezzato appoggiato su colonnine angolari poste su alti basamenti [Perin 2001, p. 197]. L’ampio sagrato fu ricavato nel 1897 con l’innalzamento di un muraglione di contenimento alto 10 metri. La facciata neoclassica ha sei lesene su due ordini, timpano triangolare, un mediocre portale, affreschi mal conservati (Assunzione di Maria e  Apostoli attorno alla tomba di Maria) di Alessandro Pugno (1897). Interno a tre navate. Dipinti murali di Pietro Montaldo e di Giuseppe Costanzi (1819-20) [Barbero 1979a, p. 71; Perin 2001, p. 192] raffiguranti sulla volta del presbiterio il Corpus Domini, nella navata centrale la  Chiesa del Trionfo, alla parete sinistra Crocifissione e  illustrazioni dei continenti. Sui gradini della mensa dell’altar maggiore vi sono vari reliquiari; il tabernacolo marmoreo custodisce una stauroteca e dà appoggio ad un Crocifisso ligneo; sul retro dell’altare una lapide ricorda la consacrazione del 1887, donatrici Melania Osella e Teresa Serra Madio Magrelli. La balaustrata marmorea è intarsiata in stucco e graffita con simboli religiosi [Grignolio 1994, pp. 112-13]. Sul fondo delle navatelle sono posti due altari laterali barocchi ricchi di stucchi. Numerosi sono i quadri: al centro dell’abside un ovale raffigurante l’Assunta, di Pietro Montaldo (ca. 1820); all’altare di destra Madonna del Rosario circondata da ovali coi Misteri, di scuola moncalvesca; a sinistra Deposizione, di Paolo Maggi (1887); inoltre Cristo confortato dagli angeli nel deserto, grande tela di Orsola Caccia con aiuto del padre [Romano 1972, p. 763]; Immacolata, opera tarda di Orsola, con aiuti (>1665), forse proveniente da altra sede  [Chiodo 2003, p. 77]; S. Luigi e S. Francesco Saverio, ovali di pittore ignoto; S. Rocco; sopra il fonte battesimale Assunta, di Giuseppe Costanzi [Grignolio 1994, p. 113]. A lato della cappella del Rosario c’è la tomba di don Tommaso Audisio, parroco dal 1817, architetto dalla febbrile attività, autore del progetto per il “castello” Belvedere di Villadeati (ca. 1828-34) e di vari interventi in questa chiesa tra cui i disegni per bussola (scultore Giuseppe Varale, falegname Giuseppe Brignano, 1825-26, orchestra e cantoria (Varale, Vigliani, falegname Musso, 1828-29), campanile (1840), pulpito (autore Varallo, con l’aiuto di Francesco Jura, 1841) [Niccolini 1877, pp. 414-16; Barbero 1979a, pp. 68-72; Rossato 2005, p. 226]. Il grandioso complesso di mobili disegnati dall’Audisio, costituiti da bussola, orchestra, cantoria e confessionali incassati nello spessore delle pareti laterali, si riaggancia alla tradizione dei decoratori tardo-barocchi, fondendo elementi decorativi dello stile impero con motivi del linguaggio architettonico del sec. XVI ed elementi più propri del neoclassicismo. Il pulpito, più tardo, pare ispirato ad opere di Pelagio Palagi realizzate dal 1833 nel castello di Racconigi e nel palazzo reale di Torino [Perin 2001, p. 194]. Presso l’altare di sinistra è sepolto don Ernesto Camurati, parroco di Villadeati, che il 9/10/1944 fu fucilato dai nazisti per rappresaglia con nove capi-famiglia del paese [Angrisani 1946, pp. 51-52]. L’organo fu costruito nel 1831 da Giacinto Bruna, probabilmente coadiuvato dal genero Amedeo Ramasco; venne ristrutturato nel 1855 ad opera di Alessandro Collino [Giacometto 1992], ammodernato nel 1943 da Davico e nel 1983 da Renzo Rosso [AD 1991, p. 227].
In sacrestia si trovano mobili notevoli, tra cui uno stipo cinquecentesco, reliquiari, statuette lignee, preziosi paramenti antichi [AD 1991, p. 227]; in altro ambiente si conserva un Autoritratto di don Audisio con gli attrezzi del disegno architettonico, del 1844 [Barbero 1979a, p. 68]. Nel dicembre 1992 vennero rubati candelieri, calici e una pisside; nel febbraio 1993 cinque tele di modesto valore.


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